Al di qua dello sguardo - Elegia della vita schiva

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domenica 29 agosto 2010

Le cose vanno viste da vicino

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C'è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.

Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio. MILAN KUNDERA, La lentezza, pag.49

Alcuni anni fa ho assistito a una Mostra di pittura di un giovane amico, a Tolentino, che esponeva quadri fatti tutti con inchiostro di china. Il titolo prescelto era Le cose vanno viste da vicino. Inizialmente, mi sembrò tutto molto ingenuo, dalla china al titolo della mostra... Successivamente, ho ripensato alle sole parole da lui spese per dire quello che intendeva rappresentare, quelle, appunto, usate per il titolo. Mi risultarono stranamente familiari. Ma subito capii.

Anch'io penso che non si debba considerare troppo da lontano e in fretta quello che ci accade. Le cose vicine, poi, ci riguardano, potrebbero appartenerci, parlano a noi. Quando si dice 'memoria' bisognerebbe aggiungere 'identità'. Identità e memoria. 'Fermare' le cose vuol dire adeguare il proprio ritmo a quello con cui le cose scorrono, passano. Cerchiamo di fermare la vita, per fissare i suoi significati, per assegnare ad ogni cosa un significato per noi.

Se penso ai miei allievi, alle lezioni di Musica, ma anche al lavoro di turnista, al ritmo di una piccola città come Tolentino, confesso che tutto mi sembra adeguato alla mia misura. Qui non mi sento solo a casa. Non riesco solo a realizzarmi negli affetti, nel lavoro, nell'attività che più mi preme. Qui riesco ad esprimermi. Do voce ai sogni e alle illusioni, cercando di realizzare i primi e di tenere a bada le seconde.

Con le illusioni bisogna fare i conti. Io ci riesco se procedo affrontando le mie cose ad una ad una. Non mettetemi fretta. Martina ci ha provato, ma le ho fatto capire che sono fatto così: debbo vederci chiaro nelle cose. Non prendo decisioni affrettate. La vita richiede prudenza e pazienza. Ho sbagliato già, anche troppo per i miei gusti. Ora voglio ponderare tutto.

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