Al di qua dello sguardo - Elegia della vita schiva

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sabato 21 agosto 2010

Una garbata e delicata anomalia


Io non ho incontrato tipi umani, ma persone. Se lo studioso generalizza, l'artista invece cerca l'individuo e la sua irripetibilità. - JULES RENARD

Prendete una città come Tolentino, una ragazza folle di miele, un lavoro di turnista e tanti sogni nella testa e ditemi voi se al mattino potete svegliarvi a Tolentino, paghi della vostra casa, ansiosi di andare a lavorare. La testa è sempre da qualche altra parte. In una sala di registrazione. In un ambiente dall'acustica perfetta, in cui si diffondono le note di un piano. In una sala buia, in cui scorrono immagini in movimento su una parete grande, e non sale fumo dalle sedie. E' passato il tempo in cui si poteva fumare in sala!

Oggi puoi concentrarti sui tuoi pensieri, mentre ti rivedi tutto Rohmer o ti attardi la sera a seguire fino in fondo un'Opera lirica nella metropoli più vicina. Non ti infastidisce nessuno, se in una tersa sala di biblioteca parli a bassa voce con un vecchio conoscente o un'amica che non rinuncia a corteggiarti vuole sottolineare per te il libro che stai leggendo a fatica!

Tu puoi fare queste e mille altre cose indisturbato, perché di tutti i sessi che sono stati contati non ne escludi mai nessuno. Se ti piace parlare con le persone, non ti domandi in quale letto andranno a dormire la sera. E se qualcuno ti sorride, non ti spaventa un orecchino in più o un gesto troppo effeminato. Che una ragazza sia misteriosamente silenziosa ti incanta quanto una pausa breve in un concerto per pochi aficionados o una canzonetta di Cole Porter.

Dopo tutto, Jarrett ha interpretato anche Bach, e cosa mi vorrete dire delle vie che si incrociano nel cuore di un ragazzo che sta per partire da una Tolentino qualsiasi per una Patria lontana in cui piove spesso e che non sa rinunciare alla sua sciarpa sporca e alle scarpe vecchie con cui ama calpestare l'asfalto di città? Non serve entrare nella vita dopo essersi pulite le scarpe, se bisogna entrarci con le proprie scarpe. Io mi porterò le mie. E la sciarpa sporca. E le sciarade di una ragazza folle di miele che non mi lascia andare, anche se ormai le nostre mani si sciolgono in un lungo arrivederci. E' tempo di partire.

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