Al di qua dello sguardo - Elegia della vita schiva

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domenica 26 settembre 2010

Al di là del ponte

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"... perché niente dura per sempre, / nemmeno la fredda pioggia di novembre ..."

Cosa dire, caro Brother, della tua lunga lettera! Ci vorrebbe una lettera di risposta per ognuna delle cose belle che dici, come delle sottili ironie e delle notizie della tua Derry.
Ti dirò solo che quel fiume di cui parli e che divide dovrebbe essere scavalcato più e più volte. Ci vogliono ponti da gettare ma anche 'pontefici', facitori di ponti, chi decida perché e dove costruirli. Non ti fa male al cuore vedere che è sempre così? che il confine segna soltanto dove iniziano due Patrie che non si incontrano mai? Io sono 'costruttivo' per natura, come ricorderai. Non sfottere, adesso: non ho detto che sono un Pontefice...! Ti conosco.

Sai chi mi ha cercato sul web? Una signora serissima, che presenta il suo nuovo libro, "Lo Zen del gatto", il 9 ottobre, a Milano. Sai come anticipa il contenuto? con queste parole:
Un libro sul gatto? Come mai? Io-purtroppo-non-gatto qui in clausura a pensare e ripensare e a scrivere: lui mi mostra placido come si fa, a stare dalla parte di quel che c’è ed è come è. E io qui a riflettere su distorsioni mentali e colpi d’aria dell’anima e la nostra inesauribile avversione. Il gattone mi mostra come si fa, è il mio counselor silenzioso. Sta con me, non con l’idea che si è fatto di me. E’ il mio maestro, il sì dell’esistenza.
Uno che prende sul serio i gatti come lei le ha risposto:
Solo la distanza mi impedirà di essere presente. Già le informazioni che accompagnano l'annuncio di questa Presentazione invitano a considerare sotto altra luce il gatto, il proprio gatto, ma poi tutti i gatti e l'intera gattità.
Io ho sempre sospettato che sotto l'apparente indifferenza del Nostro ci fosse altro. Quando Micia si accovacciava sulle mie gambe, spalmandosi tutta fino a me, nei pomeriggi d'inverno in cui mi stendevo sul letto, non era solo gesto strumentale: per il calore del mio plaid... Lei partecipava delle mie elucubrazioni del giorno, procedendo indisturbata con le sue. La vedevo assorta e in abbandono: godeva. Si stava rilassando. Assecondava l'onda.
Ora io domando a te, che viaggi e che conosci il mondo: può risultare facile comunicare con un gatto? Non dico: avere uno scambio. Non si è mai visto! Ma, interpretare una faccia sempre uguale, inespressiva, come un essere capace di autoconcentrazione riflessiva? Quei due mi fanno sentire meno di un gatto! Non che io non sappia concentrarmi sulle mie cose! Non dico questo. Però, io noto sempre di nuovo con preoccupato stupore come il genere umano passi il tempo a comprendere i silenzi di un gatto e non faccia nulla per gettare un ponte che serva ad abbracciare i propri simili che magari sognano la stessa cosa dall'altra parte, specialmente in giornate uggiose come questa, in cui sembra che il Cielo non abbia nulla di buono da promettere, se non un altro interminabile inverno.


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